Criteri di supporto Microsoft e consigli per i server Exchange in ambienti di virtualizzazione dell'hardware

 

Ultima modifica dell'argomento: 2012-06-06

In questo argomento vengono forniti i criteri di supporto Microsoft per l'esecuzione delle versioni attualmente supportate di Microsoft Exchange Server nella produzione in un ambiente di virtualizzazione dell'hardware. Vengono forniti inoltre dei consigli per l'esecuzione di Exchange Server nella produzione in un ambiente di virtualizzazione dell'hardware.

Il software di virtualizzazione dell'hardware consente di eseguire contemporaneamente più sistemi operativi distinti su un singolo computer fisico. Microsoft offre le seguenti soluzioni software per la funzionalità di virtualizzazione dell'hardware:

  • Windows Server 2008 Hyper-V Technology/Microsoft Hyper-V Server   Windows Server 2008 fornisce la tecnologia di virtualizzazione a 64 bit denominata Hyper-V. Hyper-V è un hypervisor, ovvero un livello software situato appena sopra l'hardware e sotto uno o più sistemi operativi. Per ulteriori informazioni su Hyper-V, vedere Virtualization and Consolidation with Hyper-V.

  • Windows Server 2008 R2 Hyper-V Technology/Microsoft Hyper-V Server   Windows Server 2008 R2 Hyper-V si basa sull'architettura e sulle funzioni di Windows Server 2008 Hyper-V aggiungendo nuove funzionalità che migliorano la flessibilità del prodotto. Per ulteriori informazioni sulle funzionalità chiave e sugli scenari principali per Windows Server 2008 R2 Hyper-V, vedere Virtualization with Hyper-V: Overview.

  • Microsoft Virtual Server   Virtual Server è un software che fornisce una tecnologia di virtualizzazione server progettata per la piattaforma Windows Server System (Windows Server 2003 e Windows Server 2003 R2). Per ulteriori informazioni su Microsoft Virtual Server, vedere la Virtual Server 2005 R2 SP1 Product Overview.

  • Microsoft Virtual PC   Virtual PC è un software che consente di creare macchine virtuali distinte sul desktop di Microsoft Windows, ognuna delle quali virtualizza l'hardware di un computer fisico. Per ulteriori informazioni su Virtual PC, vedere Microsoft Virtual PC 2007 Product Information.

Funzionalità di virtualizzazione dell'hardware vengono fornite anche da terze parti. Per informazioni dettagliate sui criteri di supporto Microsoft per il software di virtualizzazione dell'hardware di terze parti, vedere:

Per informazioni sulla progettazione e il dimensionamento e le procedure consigliate per l'esecuzione di Exchange Server nella produzione in ambienti di virtualizzazione dell'hardware non Microsoft, rivolgersi al produttore del software di virtualizzazione.

Terminologia utilizzata in questo argomento

In questo argomento vengono utilizzati i seguenti termini:

  • Hypervisor
    Livello software situato appena sopra l'hardware e sotto uno o più sistemi operativi.
  • Radice
    Computer fisico sul quale è in esecuzione il software di virtualizzazione. In alcuni ambienti di virtualizzazione dell'hardware viene fatto riferimento a questo computer anche con il termine di computer padre o host.
  • Guest
    Macchina virtuale in esecuzione come figlio di un ambiente di virtualizzazione dell'hardware. La macchina virtuale in genere è in esecuzione a un secondo o terzo livello sopra l'hardware nel computer host.

Criteri di supporto e consigli per Exchange Server 2007

Exchange Server 2007 è supportato nella produzione con software di virtualizzazione dell'hardware se vengono soddisfatte le seguenti condizioni:

  • Il software di virtualizzazione dell'hardware è Windows Server 2008 con tecnologia Hyper-V, Microsoft Hyper-V Server o hypervisor di terze parti convalidato nell'ambito del programma Windows Server Virtualization Validation Program.

  • La macchina virtuale che ospita Exchange Server presenta le seguenti condizioni:

    • Esegue Microsoft Exchange Server 2007 con Service Pack 1 (SP1) o versione successiva.

    • È distribuita sul sistema operativo Windows Server 2008 a 64 bit.

    • Non dispone del ruolo del server Messaggistica unificata installato. In un ambiente di virtualizzazione sono supportati tutti i ruoli del server Exchange 2007, ad eccezione del ruolo Messaggistica unificata.

    • Soddisfa i requisiti specificati in Requisiti di sistema di Exchange 2007.

  • La soluzione di archiviazione utilizzata dal computer che ospita Exchange Server per l'archiviazione dei dati di Exchange (ad esempio database di cassette postali o code del Trasporto Hub) può essere un sistema di archiviazione virtuale di dimensioni fisse, ad esempio dischi rigidi virtuali a dimensione fissa (VHD) in un ambiente Hyper-V, un sistema di archiviazione pass-through SCSI o Internet SCSI (iSCSI). L'archiviazione pass-through è un sistema di archiviazione configurato al livello host e dedicato a un computer guest. Tutti i sistemi di archiviazione utilizzati da una macchina guest Exchange per l'archiviazione dei dati di Exchange devono essere a livello di blocco. Exchange 2010 non supporta l'utilizzo di volumi di archiviazione collegati alla rete (NAS, network attached storage). Non è supportato il sistema di archiviazione NAS presentato alla macchina guest come sistema di archiviazione a livello di blocco utilizzando l'hypervisor. I volumi pass-through devono essere presentati al software di virtualizzazione dell'hardware come sistema di archiviazione a livello di blocco poiché Exchange 2010 non supporta l'utilizzo di volumi di archiviazione collegati alla rete (NAS, network attached storage). I seguenti requisiti del disco virtuale si applicano ai volumi utilizzati per archiviare i dati di Exchange.

    Nota

    In un ambiente Hyper-V ogni VHD fisso deve essere di dimensioni inferiori a 2.040 GB. Per hypervisor di terze parti supportati, rivolgersi al relativo produttore per verificare se esistono limitazioni relative alle dimensioni dei dischi.

    • L'espansione dinamica dei dischi virtuali non è supportata in Exchange.

    • I dischi virtuali che utilizzano meccanismi di differenziazione o delta (ad esempio non sono supportati dischi rigidi virtuali di differenziazione di Hyper-V o snapshot).

  • Solo il software di gestione (ad esempio software antivirus, di backup, di gestione della macchina virtuale e così via) può essere distribuito sulla macchina fisica radice. Nessun'altra applicazione basata su server (ad esempio Exchange Server, SQL Server, Active Directory o SAP) deve essere installata sulla macchina radice. La macchina radice deve essere dedicata esclusivamente all'esecuzione di macchine virtuali guest.

  • Microsoft supporta la replica continua cluster (CCR, Cluster Continuous Replication) e i cluster a copia singola (SCC, single copy clusters) di Exchange negli ambienti di virtualizzazione dell'hardware, a condizione che non includano soluzioni di migrazione o clustering basati su hypervisor (ad esempio, la migrazione rapida di Hyper-V o VMware ESX vMotion) che sono configurati per eseguire automaticamente il failover o spostare server di cassette postali che sono eseguiti come macchine guest tra i server radice.

  • Alcuni hypervisor includono funzionalità per l'esecuzione di snapshot delle macchine virtuali. Tali snapshot acquisiscono lo stato di una macchina virtuale mentre questa è in esecuzione. Questa funzionalità consente di eseguire più snapshot di una macchina virtuale e quindi di ripristinarla a uno stato precedente applicandovi un determinato snapshot. Tuttavia, gli snapshot delle macchine virtuali non sono in grado di rilevare le applicazioni, pertanto il loro utilizzo può provocare conseguenze inattese e indesiderate per un'applicazione server che gestisce dati di stato, come ad esempio Exchange Server. Di conseguenza, l'esecuzione di snapshot di un computer guest virtuale Exchange non è supportata.

  • Molti prodotti di virtualizzazione dell'hardware consentono di specificare il numero di processori virtuali da allocare a ogni macchina virtuale guest. I processori virtuali situati nella macchina virtuale guest condividono un numero fisso di processori logici nel sistema fisico. In Exchange è supportato un rapporto tra processori virtuali e processori logici non superiore a 2:1. Ad esempio, un sistema con doppio processore che utilizza processori quad core contiene un totale di 8 processori logici nel sistema host. Su un sistema con questa configurazione non è consigliabile allocare più di 16 processori virtuali a tutte le macchine virtuali guest combinate.

Considerazioni su prestazioni e scalabilità

L'esecuzione di Exchange 2007 SP1 su una macchina virtuale guest non cambia i requisiti di progettazione di Exchange Server dal punto di vista applicativo. La macchina virtuale guest Exchange Server deve comunque essere appropriatamente dimensionata per gestire il carico di lavoro. L'approccio da adottare per il dimensionamento di un server Exchange virtualizzato è sostanzialmente identico a quello per il dimensionamento di un server non virtualizzato. In tutti i casi, i ruoli del server Cassette postali, Accesso client e di trasporto devono essere progettati in modo da soddisfare le esigenze in termini di prestazioni, capacità e affidabilità. Inoltre, è necessario allocare a tali server risorse sufficienti da consentire la gestione del carico di sistema in base ai profili di utilizzo del sistema stesso. Per informazioni dettagliate e istruzioni sul dimensionamento dei ruoli del server Exchange, vedere:

Considerazioni sull'allocazione dinamica della memoria

Molti hypervisor includono funzionalità per regolare in modo dinamico la quantità di RAM a disposizione di una o più macchine virtuali. Questa funzionalità consente all'hypervisor di allocare RAM alle macchine virtuali sulla base dei requisiti di RAM di una specifica macchina virtuale percepiti correntemente

Questa funzionalità è in genere appropriata per carichi di lavoro di macchine virtuali che utilizzano molta memoria per brevi periodi e poi riprendono il normale funzionamento. In questo scenario l'hypervisor può allocare memoria per soddisfare le esigenze di un carico di lavoro specifico, per poi restituire la memoria alla disponibilità di altre macchine virtuali. Questa funzionalità può comunque non essere appropriata per carichi di lavoro che richiedono l'utilizzo di particolari pool di memoria con continuità.

Molti dei miglioramenti alle prestazioni delle versioni recenti di Exchange si basano su un'utilizzo efficace di porzioni di RAM dimensionate in modo appropriato. Ciò è vero in modo particolare per miglioramenti correlati alla riduzione delle operazioni in I/O. Le ottimizzazioni delle prestazioni si ottengono quando Exchange usa la RAM come memoria cache dei dati. Quando la RAM viene ridotta in modo dinamico, non è possibile ottenere le prestazioni attese del sistema. In questo scenario, si può verificare una riduzione delle prestazioni di Exchange oppure l'utente riscontra una riduzione delle prestazioni quando è connesso a Exchange. Di conseguenza, per le macchine virtuali in cui è in esecuzione Exchange in un ambiente di produzione, è consigliabile disattivare l'allocazione dinamica o l'assegnazione di memoria superiore alla capacità. Si consiglia invece di configurare una dimensione statica di memoria, basata su valori appropriati per Exchange 2007.

Per ulteriori informazioni e considerazioni sulla memoria, vedere Pianificazione delle configurazioni di memoria. Per ulteriori informazioni sull'allocazione dinamica della memoria, vedere la sezione "Application Considerations" del white paper del team Hyper-V, Implementing and Configuring Dynamic Memory.

Considerazioni sulle macchine virtuali

Di seguito sono riportate alcune considerazioni relative alle macchine virtuali guest Exchange:

  • Quando si calcola il numero totale di processori virtuali allocati, è necessario includere i requisiti del sistema operativo radice. Numerosi prodotti di virtualizzazione dell'hardware (ad esempio Hyper-V) allocano processori virtuali al sistema operativo del computer radice. Il numero totale di processori virtuali assegnati al computer radice varia in base al numero di processori fisici e core nel computer radice e in base ad altre impostazioni di configurazione. Nel caso di Hyper-V, il numero di processori virtuali assegnati alla macchina radice sarà uguale ai core processore fisici presenti nella macchina radice. Questo numero spesso rappresenta un valore superiore a quello normalmente richiesto per la maggioranza delle configurazioni Exchange.

  • Quando si calcola il numero totale di processori virtuali richiesti dalla macchina radice, occorre tenere in considerazione sia i requisiti di I/O che quelli del sistema operativo. Nella maggioranza dei casi, il numero equivalente di processori virtuali richiesti per un sistema che ospita macchine virtuali Exchange è 2. Questo valore dovrebbe essere utilizzato come riferimento per il processore virtuale del sistema operativo radice quando si calcola il rapporto complessivo tra core fisici e processori virtuali. Se il monitoraggio delle prestazioni del sistema operativo radice indica che l'utilizzo del processore è superiore all'equivalente di 2 processori, è necessario ridurre in maniera corrispondente il numero di processori virtuali assegnati alle macchine virtuali guest e verificare che il rapporto complessivo tra processori virtuali e core fisici non sia superiore a 2:1.

  • La progettazione del sistema di archiviazione e della rete del computer guest Exchange richiede alcune considerazioni aggiuntive per la macchina radice, in particolare relativamente all'impatto sulle CPU nella macchina radice. In alcuni ambienti di virtualizzazione (ad esempio Hyper-V), tutte le richieste I/O effettuate dalle macchine virtuali guest vengono servite tramite la macchina radice. In questi ambienti si consiglia di non distribuire ulteriori applicazioni caratterizzate da intensa attività di I/O (ad esempio Microsoft SQL Server) nelle macchine guest ospitate nella stessa macchina radice delle macchine guest server Exchange.

  • L'aggiunta di un livello di virtualizzazione a un server Exchange (dove Exchange è in esecuzione su una macchina virtuale guest) implica la monitorizzazione di componenti aggiuntivi per quanto ne riguarda le prestazioni e la disponibilità. Di seguito sono riportate alcune ulteriori considerazioni relative al monitoraggio di Exchange in un ambiente virtuale:

    • I cicli CPU all'interno di una macchina virtuale guest si verificano relativamente agli intervalli di tempo CPU sulla macchina radice. Questo comportamento fa sì che i valori per i contatori delle prestazioni CPU all'interno di una macchina virtuale guest risultino diversi dai valori segnalati dalla macchina radice. Tuttavia, entrambi i valori segnalati da ciascun sistema sono corretti in quanto risultanti dal punto di vista del sistema e dal modo in cui le risorse processore sono condivise tra le macchine radice e le macchine guest. Per informazioni su questo problema in un ambiente Hyper-V, vedere Hyper-V: Clocks lie... which performance counters can you trust?

      Nota

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    • I contatori delle prestazioni specifici di Exchange sono disponibili solo sulla macchina guest. La macchina radice si limita a pubblicare i dati delle prestazioni per le risorse che essa utilizza direttamente e dei contatori specifici dell'ambiente host (ad esempio i contatori delle prestazioni di Hyper-V). La macchina radice non pubblica dati delle prestazioni specifici di Exchange.

  • Le macchine virtuali guest in alcuni hypervisor presenteranno tendenze di scalabilità di core del processore che risulteranno diverse dalle tendenze di scalabilità del processore indicati dai computer fisici. È importante sottoporre la macchina virtuale configurata ad accurati test di stress prima di inserirla nell'ambiente di produzione.

  • Alcuni hypervisor includono funzionalità di controllo delle risorse che consentono di bilanciare le risorse tra le macchine guest. Ad esempio, in un ambiente Hyper-V è possibile specificare una percentuale di risorse processore riservate per ciascuna macchina guest. Questa percentuale viene definita riserva macchina virtuale. È inoltre possibile specificare una percentuale massima di risorse processore che può essere utilizzata da ciascuna macchina guest. Questa percentuale viene definita limite macchina virtuale. È possibile anche assegnare a ogni macchina guest un peso relativo per stabilire il modo in cui le risorse devono essere allocate quando più macchine guest sono in esecuzione e in concorrenza fra di loro per quanto concerne l'utilizzo di risorse. Nella maggioranza degli ambienti non è necessario modificare le impostazioni predefinite dell'hypervisor relative al controllo delle risorse. Per informazioni sulla configurazione e l'ottimizzazione, si consiglia di rivolgersi al produttore dell'hypervisor.

  • Il supporto di cassette postali di grandi dimensioni (ad esempio 1 GB o superiori) richiede l'utilizzo di soluzioni di replica continua cluster o di Servizio Copia Shadow del volume (VSS, Volume Shadow Copy) basate sull'hardware. L'utilizzo di un servizio VSS basato sull'hardware non è possibile in un ambiente di virtualizzazione dell'hardware.

Considerazioni sull'elevata disponibilità e sul ripristino di emergenza

In Exchange 2007 sono incluse varie funzionalità relative all'elevata disponibilità e al ripristino di emergenza, ad esempio la replica continua locale (LCR, Local Continuous Replication), la replica continua cluster (CCR, Cluster Continuous Replication), la replica continua di standby (SCR, Standby Continuous Replication) e il cluster a copia singola (SCC, Single Copy Cluster). Tutte e quattro le configurazioni sono supportate in un ambiente virtualizzato.

Alcuni software di virtualizzazione dell'hardware includono funzionalità che supportano il clustering o la portabilità di macchine virtuali guest attraverso più macchine radice fisiche. Ad esempio, Hyper-V include una soluzione cluster denominata migrazione rapida, che combina le macchine host Hyper-V con il Clustering di failover di Windows. Per ulteriori informazioni sulla migrazione rapida è possibile scaricare il Quick Migration with Hyper-V White Paper. Con i sistemi operativi Windows Server 2008 Enterprise e Windows Server 2008 Datacenter, ogni server che fornisce servizi client come macchina virtuale guest può essere eseguito su un server fisico ed è possibile configurare il server fisico come nodo in un cluster di failover (un gruppo di computer connessi che funzionano insieme per fornire ridondanza per i servizi). In questa configurazione, altri computer fisici presenti nel cluster sono pronti, in base alle esigenze, a supportare le macchine virtuali guest per una migrazione rapida. L'impatto della migrazione rapida su una macchina guest dipende dalla natura dell'interruzione:

  • Interruzioni pianificate   Un'interruzione pianificata avviene quando l'amministratore sposta manualmente le risorse cluster in un nodo diverso all'interno del cluster. In questo scenario, lo stato della macchina guest è sospeso e viene salvato, le risorse vengono trasferite al nodo specificato e la macchina guest viene ripristinata dallo stato salvato nel nodo specificato. Dalla prospettiva di Exchange, il server in genere rileva solo l'interruzione delle connessioni TCP. I client rilevano un'interruzione del servizio durante il processo di migrazione: gli utenti di Microsoft Office Outlook in modalità cache di Exchange e i client Exchange ActiveSync si trovano non in linea per un breve intervallo di tempo, mentre gli utenti di Outlook in modalità in linea nonché gli utenti di Office Outlook Web Access, POP3 e IMAP4 non sono in grado di accedere alle rispettive cassette postali durante il processo di migrazione. La durata dell'interruzione dipenderà dal tempo necessario per sospendere, spostare e ripristinare la macchina virtuale ed è fortemente influenzata dalla connettività della soluzione di archiviazione e dalla dimensione della memoria della macchina virtuale.

  • Interruzioni non pianificate   Un'interruzione non pianificata avviene quando si verifica un errore che influisce in modo tale sul nodo attivo da attivare criteri di failover del cluster. Ad esempio se nel nodo attivo viene interrotta l'alimentazione o si verifica un errore software o hardware irreversibile. In questo scenario, sulla macchina guest si verifica un interruzione imprevista dell'alimentazione. Sulla macchina guest Exchange che ospita il ruolo del server Cassette postali, a seguito dell'arresto imprevisto i database si troveranno in uno stato di chiusura anomalo. Quando il computer guest Exchange viene riavviato, in Exchange vengono eseguiti i processi incorporati di ripristino dall'arresto anomalo e vengono riprodotti tutti file di registro per tutti i database. L'intervallo di tempo necessario per il completamento del ripristino dipende dal numero di file di registro che devono essere riprodotti. È necessario riprodurre tutti i file di registro dopo il checkpoint. In genere la velocità di riproduzione è di almeno due file di registro al secondo.

Scelta di una soluzione a elevata disponibilità per un server Exchange virtualizzato

Si consiglia di utilizzare le soluzioni a elevata disponibilità incorporate in Exchange Server per i server Exchange virtualizzati anziché le soluzioni di clustering o di portabilità offerte dall'hypervisor (ad esempio la funzionalità di migrazione rapida di Hyper-V). Le funzionalità disponibili in Exchange Server (in particolare la replica continua cluster, CCR) offrono maggiori vantaggi rispetto a quelle offerte dalle soluzioni hypervisor che spostano macchine virtuali tra macchine radice fisiche.

Il meccanismo di replica dei dati incorporato in Exchange (replica continua) può essere combinato con il Clustering di failover di Windows in una configurazione nota come replica continua cluster e con l'acronimo CCR (Continuos Cluster Replication). La replica continua cluster può essere distribuita in un ambiente di virtualizzazione dell'hardware e offre una soluzione di disponibilità di servizio e dati per Exchange 2007 in un ambiente virtualizzato. In un ambiente di replica continua cluster (CCR) o cluster a copia singola (SCC) virtualizzato, ogni macchina guest che costituisce un nodo all'interno del cluster deve essere ospitata su macchine radice fisiche separate al fine di garantire una ridondanza effettiva e un'elevata disponibilità.

Nota

È supportata la distribuzione della replica continua cluster o cluster a copia continua utilizzando una combinazione di nodi fisici e nodi virtuali. Come per tutte le configurazioni Exchange a elevata disponibilità, è necessario assicurare che tutti i nodi siano adeguatamente dimensionati per gestire il pieno carico di lavoro durante le interruzioni pianificate e non pianificate.

Non è consigliabile utilizzare la migrazione di macchine virtuali basata su hypervisor (ad esempio la migrazione rapida di Hyper-V) per server Exchange virtualizzati. In una configurazione di migrazione di macchine virtuali, un'interruzione non pianificata può comportare una perdita di dati. In un ambiente di replica continua cluster (CCR), questo tipo di perdita di dati è in gran parte mitigata da una funzionalità denominata dumpster del trasporto. Il dumpster del trasporto trae vantaggio dalla ridondanza dell'ambiente per recuperare alcuni dei dati danneggiati dal failover. Per ulteriori informazioni, vedere Replica continua cluster.

Nella seguente tabella sono elencate le differenze tra le soluzioni di migrazione per macchine virtuali e la replica continua cluster (CCR) quando tali soluzioni sono distribuite in un ambiente di virtualizzazione dell'hardware:

Migrazione della macchina virtuale rispetto alla replica continua cluster

  Migrazione della macchina virtuale Replica continua cluster

Rilevamento heartbeat sistema operativo

Rilevamento heartbeat server Exchange

No

Copie dei dati Exchange

1

2

Richiede l'archiviazione condivisa

No

Supporta il backup compatibile con Exchange dal nodo passivo

No

Considerazioni sul backup e il ripristino

Exchange Server pone significativi requisiti di I/O. Quando si distribuiscono server Exchange di grandi dimensioni in macchine virtuali, per l'archiviazione dei dati si consiglia di utilizzare dischi pass-through. L'implementazione corrente della Copia Shadow del volume in Hyper-V non supporta i backup basati sulla radice per dischi pass-through o dischi iSCSI connessi a un iniziatore iSCSI all'interno della macchina virtuale guest. Come risultato, i backup VSS (Volume Shadow Copy Service, Servizio Copia Shadow del volume) di una macchina virtuale guest Exchange eseguiti nella macchina radice non sono supportati per dischi pass-through o iSCSI connessi alla macchina virtuale guest.

Per eseguire backup supportati di un server Exchange virtualizzato utilizzando uno di questi sistemi di archiviazione, i backup devono essere eseguiti dalla macchina virtuale guest. È possibile utilizzare software di backup che supportano le API di backup di flusso ESE o una soluzione VSS basata su software compatibile con Exchange (ad esempio Microsoft System Center Data Protection Manager).

Il backup VSS di una macchina virtuale guest Exchange eseguito dalla macchina radice è supportato se vengono utilizzati dischi rigidi virtuali Hyper-V (VHD).

Alcune soluzioni di archiviazione includono metodi di archiviazione supportati dai fornitori per l'esecuzione diretta di backup VSS basati su hardware dei volumi di archiviazione. Il supporto per questi metodi di archiviazione non viene fornito da Microsoft bensì dai fornitori.

Considerazioni sull'archiviazione

Si consiglia di utilizzare LUN separati e protetti utilizzando un RAID (Redundant Array of Independent Disks) per il sistema operativo host, per ogni disco contenente il sistema operativo guest e per l'intera archiviazione della macchina virtuale. I LUN per i database e i file di registro dovrebbero essere isolati in conformità con le procedure consigliate di archiviazione Exchange 2007. Tutti i requisiti di archiviazione Exchange 2007 e le procedure consigliate si applicano a server Exchange in esecuzione in un ambiente di virtualizzazione dell'hardware. Per ulteriori informazioni sui requisiti di archiviazione, consigli e procedure consigliate per Exchange 2007, vedere Pianificazione dell'archiviazione su disco.

La seguente figura illustra la configurazione di archiviazione di Exchange 2007 in un ambiente Hyper-V.

Configurazione dell'archiviazione di Exchange 2007 in un ambiente Hyper-V

Hyper-V e archiviazione Exchange

Requisiti di archiviazione per la macchina virtuale guest

Il sistema operativo per una macchina guest Exchange deve utilizzare un disco con dimensione minima pari a 15 GB più la memoria virtuale allocata alla macchina virtuale. Tale requisito è indispensabile per soddisfare le esigenze di spazio su disco relative al sistema operativo e al file di paging. Ad esempio, se alla macchina guest sono stati allocati 16 GB di memoria, lo spazio minimo su disco necessario per il disco del sistema operativo guest è pari a 31 GB.

Inoltre è possibile che alle macchine virtuali guest venga impedito di comunicare direttamente con schede bus host (HBA) fibre channel o SCSI installate nella macchina radice. In questo caso occorre configurare le schede nel sistema operativo della macchina radice e presentare i LUN alle macchine virtuali guest come disco virtuale o come disco pass-through.

Requisiti di archiviazione per la macchina radice

Ogni macchina radice presenta requisiti minimi di spazio su disco che devono essere soddisfatti:

  • In alcune applicazioni di virtualizzazione dell'hardware, le macchine radice possono richiedere uno spazio di archiviazione per il sistema operativo e per i relativi componenti. Ad esempio, se si esegue Windows Server 2008 con Hyper-V, è necessario un minimo di 10 GB per soddisfare i Windows Server 2008 System Requirements. Inoltre è richiesto uno spazio di archiviazione per supportare il file di paging del sistema operativo, il software di gestione e i file di ripristino a seguito di un arresto anomalo del sistema (file dump).

  • Alcuni hypervisor mantengono file nella macchina radice che sono univoci di ogni macchina virtuale guest. Ad esempio, in un ambiente Hyper-V viene creato e mantenuto per ogni macchina guest un file di archiviazione temporaneo (file BIN). La dimensione di ciascun file BIN è pari alla quantità di memoria allocata alla macchina guest. È possibile, inoltre, che nel computer host vengano creati e mantenuti altri file per ogni macchina guest.

Requisiti e consigli per l'archiviazione per Exchange Server

Di seguito sono riportati i requisiti e consigli per la soluzione di archiviazione connessa a un server Exchange virtualizzato:

  • A ogni macchina guest Exchange Server deve essere allocato uno spazio nella macchina radice sufficiente per il disco contenente il sistema operativo guest, eventuali file temporanei di utilizzo della memoria e file di macchina virtuale correlati ospitati nel computer host. Inoltre, per ogni guest Exchange è necessario allocare uno spazio di archiviazione sufficiente per contenere le code dei messaggi presenti nei server Trasporto Hub e Trasporto Edge e uno spazio sufficiente per i database e i file di registro presenti nei server Cassette postali.

  • Il sistema di archiviazione utilizzato da Exchange deve essere ospitato in assi di disco separati dal sistema di archiviazione che ospita il sistema operativo della macchina virtuale guest.

  • I dischi virtuali potrebbero non offrire prestazioni elevate come quelle di altri tipi di disco. Per capire come l'I/O di Exchange potrebbe essere influenzato dall'utilizzo di diverse opzioni di archiviazione, è consigliabile consultare la documentazione sulla scalabilità del produttore dell'hypervisor.

  • Si consiglia di utilizzare un sistema di archiviazione SCSI pass-through per ospitare i database di trasporto e delle cassette postali e i file di registro. Sebbene l'utilizzo di dischi pass-through limiti la portabilità delle macchine virtuali, è stato dimostrato che, tra tutte le opzioni di archiviazione per un server Exchange virtualizzato, questa configurazione offre le prestazioni migliori.

  • Quando si utilizza il sistema di archiviazione iSCSI, si ottengono prestazioni ottimali se il componente iniziatore iSCSI è configurato sul computer host e i dischi sono presentati alla macchina guest come dischi pass-through. Si consiglia di utilizzare velocità Gigabit Ethernet o superiori per la soluzione di archiviazione iSCSI e di isolare la rete di archiviazione iSCSI dal resto del traffico. È consigliabile anche utilizzare per il traffico iSCSI schede di rete fisiche dedicate. Inoltre, in un ambiente Hyper-V è opportuno che le schede fisiche iSCSI dedicate siano configurate per l'utilizzo di frame Jumbo e che non siano associate a uno switch di rete virtuale.

  • La configurazione dell'archiviazione iSCSI per l'utilizzo di un iniziatore iSCSI all'interno di una macchina virtuale guest Exchange è supportata. Tuttavia, con questa configurazione le prestazioni risulteranno ridotte in quanto lo stack di rete all'interno di una macchina virtuale non è completo come uno stack non virtualizzato (ad esempio, uno stack di rete virtuale non supporta i frame Jumbo). D'altro canto, poiché il sistema di archiviazione iSCSI è connesso direttamente all'iniziatore iSCSI del guest e non configurato come dischi pass-through, la macchina virtuale dispone di una maggiore portabilità.

Considerazioni sulla rete

Si raccomandano alcune configurazioni di rete specifiche, quando si esegue Exchange 2007 in un ambiente di virtualizzazione dell'hardware. Tali configurazioni dipendono dal fatto che la distribuzione di Exchange preveda o meno una disponibilità elevata.

Nel caso di ambienti che non prevedono una disponibilità elevata (si escludano ad esempio CCR, SCC e Quick Migration), si consiglia di seguire la procedura riportata nella guida per la pianificazione e la distribuzione messa a disposizione dal fornitore del proprio hypervisor. Nel caso ad esempio di Hyper-V, si consiglia di seguire la procedura riportata in Hyper-V Planning and Deployment Guide e in Microsoft Hyper-V Server 2008 Configuration Guide.

Nel caso di ambienti che prevedono una disponibilità elevata (ad esempio CCR o SCC), si consiglia di disporre di almeno due schede fisiche di interfaccia di rete (NIC, Network Interface Card) nella macchina radice. Una scheda NIC deve essere dedicata alla macchina radice dell'hypervisor, l'altra scheda alle macchine virtuali guest. Ulteriori schede NIC distinte devono essere utilizzate per ogni sistema di archiviazione iSCSI utilizzato dalle macchine radice o guest.

Nota

Se si distribuiscono delle macchine guest Accesso client o Trasporto Hub in Hyper-V che sono configurate anche per ottenere una elevata disponibilità tramite l'uso di Bilanciamento carico di rete (NLB, Network Load Balancing), è necessario installare l'aggiornamento rapido descritto nell'articolo della Microsoft Knowledge Base 953828, "L'host Bilanciamento carico di rete non converge come previsto su macchine virtuali di Windows Server 2008 Hyper-V". Per ulteriori informazioni sull'installazione e la configurazione di NLB, vedere la Guida alla distribuzione Network Load Balancing Deployment Guide.

Criteri di supporto e consigli per Exchange Server 2003

Microsoft supporta Exchange Server 2003 nella produzione con software di virtualizzazione dell'hardware (macchine virtuali) a condizione che siano soddisfatte le seguenti condizioni:

  • Il software di virtualizzazione dell'hardware è Microsoft Virtual Server 2005 R2 o una versione successiva di Microsoft Virtual Server.

  • La versione di Exchange Server in esecuzione sulla macchina virtuale è Microsoft Exchange Server 2003 con Service Pack 2 (SP2) o successivo.

  • Nel sistema operativo guest sono installati Microsoft Virtual Server 2005 R2 Virtual Machine Additions.

  • Exchange Server 2003 è configurato come server autonomo e non come parte di un cluster di failover Windows.

  • Il driver SCSI installato nel sistema operativo guest è il driver del Controller SCSI PCI Microsoft Virtual Machine.

  • La funzionalità Annulla del disco rigido virtuale non è abilitata per la macchina virtuale Exchange.

    Nota

    Quando si aggiunge una scheda SCSI Microsoft Virtual Server alla macchina virtuale ed è stato installato Virtual Machine Additions, nel sistema operativo guest viene rilevato e installato un driver SCSI Adaptec generico. In questo caso, Virtual Machine Additions deve essere rimosso e reinstallato affinché nel sistema operativo guest venga installato il driver SCSI corretto.

Per verificare che il driver SCSI sia installato nel sistema operativo guest, procedere come segue:

  1. Nel sistema operativo guest fare clic con il pulsante destro del mouse su Risorse del computer, quindi scegliere Gestisci.

  2. In Utilità di sistema, fare clic su Gestione periferiche.

  3. In Controller SCSI e RAID verificare che sia elencato Controller SCSI PCI Microsoft Virtual Machine. Se è elencato un driver diverso, è necessario reinstallare Virtual Machine Additions. Ad esempio, se è elencato Adaptec, è necessario reinstallare Virtual Machine Additions.

    Nota

    Se la macchina virtuale è configurata per utilizzare soltanto un controller IDE, non è richiesta alcuna azione.

Considerazioni su prestazioni e scalabilità

Se si intende distribuire Exchange Server 2003 SP2 in un ambiente virtualizzato, per il dimensionamento di ciascuna macchina virtuale per Exchange Server 2003 sono applicabili gli stessi aspetti relativi alle prestazioni e alla scalabilità descritti nel Manuale relativo alle prestazioni e alla scalabilità di Exchange Server 2003.

Tuttavia alcuni fattori influenzano direttamente le prestazioni e la scalabilità di Exchange Server 2003 se quest'ultimo è in esecuzione su Virtual Server 2005 R2. Tali fattori devono essere presi in considerazione per il dimensionamento sia delle configurazioni host che di quelle guest.

Di seguito sono riportati i fattori da tenere presenti per la configurazione delle macchine virtuali:

  • Ogni macchina virtuale può disporre di un'unica CPU. Questo limita la potenza di elaborazione dell'installazione virtualizzata di Exchange. Pertanto, il server deve essere dimensionato in modo tale che una singola CPU sia in grado di gestire il carico stimato sul server. Inoltre, il numero di macchine virtuali in esecuzione simultaneamente sul computer host influirà sulle prestazioni complessive dell'intero sistema.

  • Quando si effettua il dimensionamento della capacità disco della macchina virtuale, è consigliabile tenere in considerazione il tempo necessario per eseguire un backup completo in linea dei dati Exchange Server attraverso la rete. Considerare l'opzione di aggiungere una scheda di rete virtuale dedicata per i backup di Exchange Server.

    Nota

    Sebbene sia possibile eseguire un backup non in linea dei file del disco rigido virtuale (file VHD) al livello host, ciò non elimina la necessità di eseguire un backup regolare di Exchange Server. Per ulteriori informazioni sui processi di backup e ripristino di Exchange Server, vedere la Guida al ripristino di emergenza di Exchange Server 2003.

  • Creare dischi virtuali separati di dimensione fissa per i database e i file di registro di Exchange Server e archiviarli su unità fisiche separate sul server host.

  • Prima di passare alla fase di produzione, le prestazioni di Exchange Server devono essere convalidate utilizzando gli Strumenti per le prestazioni di Exchange Server 2003. Per ulteriori informazioni su questi strumenti, vedere il Manuale relativo alle prestazioni e alla scalabilità di Exchange Server 2003.

Di seguito sono riportati i fattori da tenere presenti per la configurazione host:

  • Assicurarsi che il server sul quale è in esecuzione Virtual Server 2005 R2 sia dimensionato correttamente per gestire il numero di macchine virtuali che si intende distribuire. La stima deve includere la CPU, la memoria, le schede di rete e la configurazione dei dischi.

  • Utilizzare una soluzione disco rigido che consenta un accesso rapido. Per l'archiviazione dei file VHD utilizzati dai dati Exchange Server è possibile utilizzare un disco SCSI, una soluzione RAID (Redundant Array of Independent Disks) o una soluzione SAN (Storage Area Network).

  • Se nel computer host è installato un programma antivirus, tale programma deve essere configurato in modo che non venga eseguita l'analisi dei file VHD.

Criteri di supporto per versioni di Exchange Server precedenti a Exchange Server 2003

Microsoft non supporta versioni di Microsoft Exchange Server precedenti a Exchange Server 2003 nella produzione in ambienti di virtualizzazione dell'hardware. Questo criterio si applica a Exchange 2000 Server, Exchange 2000 Conferencing Server, Exchange Server 5.5 e a tutte le versioni precedenti di Exchange Server.