Distribuzione di modelli e origini dati condivise in un sito di SharePoint

Per distribuire i report, i modelli di report, le origini dei dati condivise e le risorse in una raccolta di SharePoint, è possibile pubblicare il contenuto mediante gli strumenti di creazione di Reporting Services, ovvero Progettazione report, Generatore report e Progettazione modelli, oppure caricare il contenuto tramite le azioni sito di SharePoint.

Per i siti di SharePoint vengono utilizzati indirizzi Web diversi rispetto a un server di report di Reporting Services in modalità nativa. In una gerarchia Web di un sito di SharePoint sono inclusi l'applicazione Web di SharePoint, un sito principale, eventuali siti secondari e raccolte. È necessario essere a conoscenza di come creare un indirizzo URL che specifichi il server di SharePoint, nonché il percorso nella gerarchia dei siti di SharePoint in cui si desidera pubblicare un report o elementi correlati. Quando per pubblicare in una raccolta i report e i file correlati si utilizza Progettazione report, Generatore report o Progettazione modelli, i file vengono convalidati prima di essere aggiunti. Se invece si caricano i report e i file correlati utilizzando l'azione Carica in una raccolta di SharePoint, non viene eseguito alcun controllo di convalida. In questo caso, non sarà possibile sapere se il file è valido fino a quando non si accederà al report per gestirlo, modificarlo o eseguirlo.

I riferimenti alle origini dei dati condivise, ai report secondari e a risorse quali immagini basate sul Web inclusi nella definizione di un report devono essere rappresentati da URL completi di una raccolta di SharePoint.

Gerarchia dei siti

Quando si configura un server di report per l'esecuzione in modalità integrata SharePoint, per fare riferimento agli elementi elaborati e gestiti in un server di report viene utilizzata la gerarchia Web di SharePoint.

Per accedere al contenuto del server di report e proteggerlo, è possibile utilizzare gli elementi della gerarchia Web indicati di seguito. Altri oggetti, quali elenchi e pagine, non vengono utilizzati per accedere al contenuto del server di report e non sono pertanto descritti nella tabella seguente.

Oggetto

Descrizione

Applicazione Web di SharePoint

Le applicazioni Web di SharePoint possono essere installate come server autonomi o in una farm contenente una raccolta di server virtuali. Un'applicazione Web dispone di un URL, ad esempio https://servername, e può contenere più siti.

Sito

Un sito può essere un sito padre o un sito secondario di un'applicazione Web.

Raccolta di SharePoint

Una raccolta contiene documenti o cartelle. Gli unici oggetti di un sito nei quali possono essere archiviati report, origini dei dati condivise e immagini esterne sono le raccolte o le cartelle.

Elemento

Gli elementi del server di report ai quali è possibile fare riferimento in un URL includono definizione di report o sottoreport, modelli di report, origini dei dati condivise o immagini esterne.

Sintassi e regole per gli URL

Ogni elemento del server di report incluso in una raccolta viene identificato da un URL completo che include un prefisso di protocollo, il nome del server, il sito, la raccolta, il nome file e la relativa estensione.

URL per un server di SharePoint

Quando si distribuisce un progetto modello di report o server di report da Business Intelligence Development Studio al server di report, è necessario utilizzare un URL del server di SharePoint.

Per trovare il nome del server da utilizzare, aprire un browser e individuare la raccolta di SharePoint in cui si desidera pubblicare un report. Il nome del server si trova immediatamente dopo il prefisso del protocollo, ad esempio https://servername.

L'utilizzo dell'ednpoint proxy dell'URL di Reporting Services non è supportato. Gli endpoint proxy includono un numero di porta, ad esempio https://servername:8080/reportserver.

URL per un sito o un sito secondario di SharePoint Server

Quando si distribuisce un report o un'origine dei dati del report, è necessario utilizzare un URL del sito e dell'eventuale sito secondario di SharePoint. Nell'URL il nome del sito si trova immediatamente dopo il nome del server, ad esempio https://servername/site o https://servername/site/subsite.

In un'applicazione Web di MicrosoftOffice SharePoint Server , il sito e il sito secondario corrispondono spesso alle schede nel sito principale. Per trovare il nome del sito o del sito secondario, fare clic su Home e quindi su Tutto il contenuto del sito. Scorrere fino alla fine e cercare Siti e aree di lavoro. L'elenco dei siti si trova in questa sezione.

URL di una raccolta di SharePoint

Quando si distribuisce un report o un elemento correlato in una raccolta di SharePoint, è necessario utilizzare l'URL di quest'ultima. L'URL da utilizzare per una raccolta varia a seconda della versione di SharePoint in uso.

In MicrosoftWindows SharePoint Services 3.0 la libreria si trova dopo il nome del server, ad esempio http://nomeserver/Documenti condivisi.

In Office SharePoint Server 2007, la raccolta si trova invece dopo il sito e il sito secondario. Ad esempio, https://servername/site/Documenti.

Per trovare le informazioni sul percorso di una nuova raccolta di SharePoint o per un sito con cui non si ha familiarità, aprire un browser e individuare la raccolta di SharePoint in cui si desidera pubblicare i report. Se la raccolta è vuota, caricare uno o più file. Fare clic con il pulsante destro del mouse sul file e scegliere Proprietà per aprire la finestra Proprietà. L'indirizzo del file include i valori dell'URL necessari per l'operazione di pubblicazione.

URL completi per gli elementi di un sito di SharePoint

Agli elementi archiviati in una raccolta di SharePoint sono sempre associati indirizzi rappresentati da URL completi che iniziano con l'applicazione Web (https://server) in qualità di nodo radice e terminano con il nome del file a cui viene fatto riferimento.

I nomi file nell'URL devono includere l'estensione.

Non è possibile utilizzare URL relativi per elementi dipendenti di report che si pubblicano in un sito di SharePoint. Ad esempio, non è possibile utilizzare un URL relativo per fare riferimento a un'origine dei dati condivisa, un modello di report o un sottoreport. È sempre necessario specificare l'URL completo di una raccolta di SharePoint per ogni elemento. Non esiste alcun modo per prevedere la posizione di un file dipendente, poiché non esiste una gerarchia predefinita dei siti da utilizzare per analizzare un formato URL.

Quando si pubblica o carica un report contenente elementi dipendenti, è necessario impostare i riferimenti agli elementi dipendenti dopo la pubblicazione del report. Non è garantito che i riferimenti che funzionavano correttamente nella modalità di anteprima di Progettazione report funzionino anche dopo la pubblicazione del report. Per ulteriori informazioni, vedere Pubblicazione da uno strumento di creazione in una raccolta di SharePoint in questo argomento.

URL per immagini esterne

Una definizione di report può includere un file di immagine archiviato come file esterno. È possibile fare riferimento al file nella definizione del report impostando l'URL completo del file di immagine. Il file può essere archiviato in un sito di SharePoint o in un computer remoto.

Indipendentemente dalla modalità del server di report, i riferimenti a un file di immagine esterno inclusi in un report devono essere rappresentati da URL completi. Inoltre, in genere il riferimento a un file di immagine esterno richiede la configurazione dell'account per l'esecuzione automatica del report.

Nomi riservati in siti di SharePoint

Se si crea o si costruisce l'URL di un elemento che si trova in un sito di SharePoint, tenere presente che le parole Personale e Siti sono entrambe nomi riservati nel sito predefinito.

Esempi di URL

Quando si pubblicano elementi in una raccolta di SharePoint, è necessario specificare gli URL completi della raccolta di destinazione. Negli URL completi di SharePoint sono inclusi l'applicazione Web, il sito, la raccolta, la cartella (facoltativo), il nome file e la relativa estensione. Nell'esempio seguente vengono illustrati vari esempi della sintassi che è necessario utilizzare:

Destinazione

URL di esempio

Un server di SharePoint.

http://TestServer

Un sito o sito secondario del server di SharePoint.

http://TestServer/toplevelsite/subsite

Il report di esempio Company Sales in Documenti condivisi in una distribuzione di Windows SharePoint Services.

http://TestServer/TestSite/Documenti condivisi/CompanySales.rdl

Il report di esempio Company Sales in Documenti in un'istanza di Office SharePoint Server .

http://TestServer/TestSite/Documenti/Doc/CompanySales.rdl

Il report di esempio Company Sales in un Centro report in un'istanza di Office SharePoint Server .

http://TestServer/TestSite/Report/Doc/CompanySales.rdl

Pubblicazione da uno strumento di creazione in una raccolta di SharePoint

Quando per pubblicare in una raccolta i report e i file correlati si utilizza Progettazione report, Generatore report o Progettazione modelli, i file vengono convalidati prima di essere aggiunti. Se invece si caricano i report e i file correlati utilizzando l'azione Carica in una raccolta di SharePoint, non viene eseguito alcun controllo di convalida. In questo caso, non sarà possibile sapere se il file è valido fino a quando non si accederà al report per gestirlo, modificarlo o eseguirlo.

Origini dei dati condivise

Quando si pubblica un'origine dati condivisa da uno strumento di creazione report, si imposta la proprietà di progetto TargetDataSourceFolder. La cartella dell'origine dei dati di destinazione deve corrispondere a un URL di una raccolta di SharePoint. A differenza di quanto avviene in modalità nativa Reporting Services, non è possibile specificare una cartella relativa. I percorsi relativi non sono validi. Se nel percorso Raccolta documenti non è presente alcuna cartella, ne verrà creata una.

Quando si pubblica un file dell'origine dei dati condivisa (con estensione rds) in un sito di SharePoint, l'estensione del file viene cambiata in rsds. Non è possibile salvare il file con estensione rsds sul computer locale da un sito di SharePoint né importarlo in un progetto di Reporting Services esistente. Le origini dei dati condivise con estensione rds e rsds non sono interscambiabili.

Origini dei dati condivise da Progettazione report

Se si pubblicano origini dei dati condivise da un progetto di Progettazione report, è possibile utilizzare un URL che indichi la raccolta di destinazione oppure lasciare vuota tale proprietà. A differenza di quanto avviene in modalità nativa Reporting Services, non è possibile specificare una cartella relativa. I percorsi relativi non sono validi. Se nel percorso Raccolta documenti non è presente alcuna cartella, ne verrà creata una. Se si lascia la cartella dell'origine dei dati di destinazione vuota, l'origine dei dati verrà pubblicata nella cartella di report di destinazione.

Origini dei dati condivise da Progettazione modelli

Se si pubblicano origini dei dati condivise (file con estensione rds o smdl) da un progetto di Progettazione modelli, è necessario utilizzare un URL che indichi la raccolta di destinazione. Non è possibile specificare nomi di cartelle relativi, poiché i percorsi relativi non sono validi. Se nel percorso Raccolta documenti non è presente alcuna cartella, ne verrà creata una. Il modello (con estensione smdl) e l'origine dei dati condivisa (con estensione rsds) vengono entrambi pubblicati in questa cartella, ad esempio https://servername/site/Documents/Data Sources.

Nomi file

I nomi file inclusi negli URL degli elementi di report devono includere un'estensione. L'estensione del nome file determina il tipo di file. Quando si pubblicano elementi del report da uno strumento di creazione, l'estensione viene automaticamente aggiunta al nome file. Se si carica un elemento di report in una raccolta di SharePoint, è necessario aggiungere un'estensione al nome file.

In caso contrario, si verificherà l'errore rsInvalidDataSourceReference. I nomi di file non possono includere caratteri non riconosciuti come validi per i nomi di file dalle applicazioni di SharePoint. I caratteri da non includere sono i seguenti: # % & * : < > ? # % & * : < > ? / { | }.

Se la definizione del report include riferimenti a sottoreport, è necessario specificare l'URL completo del sottoreport. Non è possibile specificare nomi di cartelle relativi, poiché i percorsi relativi non sono validi.

Impostazione di riferimenti a elementi dipendenti

Per i report creati mediante Generatore report, nella definizione del report sono inclusi riferimenti al modello di report e all'origine dei dati del modello utilizzati per generare il report. Tali elementi risultano pertanto specificati nel file della definizione del report. Se si aggiunge un report di questo tipo a un progetto Server report in Progettazione report per modificarlo e quindi lo si pubblica in una raccolta di SharePoint, è necessario aprire il report nella raccolta di SharePoint e riassociare il riferimento all'origine dei dati. È sufficiente riassociare l'origine dei dati al momento della prima pubblicazione del report. Il server di report non è in grado di stabilire se l'origine dei dati è un file con estensione rsds o smdl in base alla definizione del report. Per ulteriori informazioni, vedere Procedura: Associazione di un report o di un modello a un'origine dati condivisa.

Pubblicazione di elementi appartenenti a versioni precedenti a SP2 in un sito di SharePoint

Per pubblicare definizioni di report, modelli di report e origini dei dati condivise creati in versioni degli strumenti di creazione precedenti a SP2, è necessario aprire o creare un progetto nella versione SP2 dello strumento e quindi pubblicare i file.

In alternativa, è possibile caricare i file in una raccolta di SharePoint direttamente dal file system e quindi eseguire il report per verificare che funzioni. Prima di eseguire il report, è necessario impostare i riferimenti agli eventuali elementi dipendenti.

Differenze tra caricamento e pubblicazione

Quando per pubblicare in una raccolta i report e i file correlati si utilizza Progettazione report, Generatore report o Progettazione modelli, i file vengono convalidati prima di essere aggiunti. Se invece si caricano i report e i file correlati utilizzando l'azione Carica in una raccolta di SharePoint, non viene eseguito alcun controllo di convalida. In questo caso, non sarà possibile sapere se il file è valido fino a quando non si accederà al report per gestirlo, modificarlo o eseguirlo.

Aggiornamento di un elemento pubblicato

Dopo aver pubblicato o caricato un elemento in una raccolta di SharePoint, è consigliabile estrarre l'elemento dalla raccolta prima di aggiornarlo. L'utente da cui è estratto il report sarà l'unico a disporre delle autorizzazioni per modificarlo. Al termine delle modifiche, è consigliabile archiviare nuovamente il report.

Se si carica o pubblica un report senza prima estrarlo (ad esempio, caricando un elemento con lo stesso nome di uno già esistente), il server di report lo estrarrà per l'utente, aggiungerà il report aggiornato come nuova versione dell'elemento esistente, quindi lo archivierà nuovamente.

Immagini esterne come risorse

Un server di report eseguito in modalità nativa supporta il concetto di risorsa, ovvero qualsiasi file archiviato e protetto nel server di report ma non elaborato da tale server. In modalità nativa, una risorsa può essere un file di qualsiasi tipo.

Quando un server di report viene eseguito in modalità integrata SharePoint, il concetto di risorsa è più limitato. In questo caso il concetto di risorsa viene utilizzato per l'archiviazione di report che fanno riferimento a un'immagine esterna. Ciò è valido se il report è uno snapshot o una copia mantenuta per uso interno.