Gestione IT: ibridità dell'IT - I vantaggi della diversità

Per diversità non si intende solamente le differenze culturali presenti tra il personale IT, ma si intende anche la differenza tra sistemi e piattaforme.

Romi Mahajan

La diversità è un argomento discusso da ogni responsabile aziendale. Nella maggior parte dei casi, il termine "diversità" ha assunto la connotazione di programma per garantire che le competenze aziendali siano bilanciate in termini di etnia e sesso., Benché ciò sia senza dubbio un obiettivo lodevole, il termine diversità ha altri significati correlati all'IT.

La diversità a cui facciamo riferimento in questo articolo è un aspetto che i responsabili tecnologici devono prendere in considerazione: la diversità dei sistemi e delle piattaforme su cui è basata l'azienda. Si tratta del concetto di "ibridità IT", in realtà anche correlato alle diversità presenti tra il personale e l'ambiente IT.

Basiamo questa analisi su una serie di chiare definizioni:

  1. L'ibridità IT offrirà flessibilità e vantaggi sulla concorrenza nel lungo termine.
  2. La diversità culturale in ambito IT è necessaria per consentire alle organizzazioni di crescere.

La prima definizione susciterà senza dubbio profondo disaccordo. La seconda susciterà con molta probabilità approvazione, forse anche un po' annoiata. Sia il disaccordo che la noia sono aspetti della miopia che incombe sull'IT e sulla modalità con cui contribuisce al successo dell'organizzazione.

Gli ultimi dieci anni sono stati difficili per i professionisti IT. La perenne pressione per ottenere maggiori risultati con un minor numero di risorse, lo spettro onnipresente dei licenziamenti, la necessità di apprendere una vasta gamma di paradigmi informatici, quali il cloud computing, a fronte di poche ore di formazione l'anno, si sono aggiunte alle difficoltà affrontate dai professionisti IT.

In totale solitudine

In base a una serie di sondaggi, i professionisti IT sostengono che sono troppo occupati a risolvere i problemi per apprendere nuove tecnologie. Vengono abbandonati a sé stessi nel tentativo di trovare innovazioni e spunti di crescita (che, tra l'altro, si sono comportati in modo eccelso durante questo tumultuoso decennio). I sondaggi rivelano inoltre che i professionisti IT adorano le community e i contatti con i propri colleghi, ma che hanno sempre meno tempo ogni anno per partecipare a conferenze. Si appoggiano a community basate su Internet e lamentano la scarsità di interazioni dirette con i propri colleghi. I professionisti IT si sentono inoltre messi in disparte da altri team, mostrando una certa distanza psicologica e una mancanza di comprensione della loro professione e della loro funzione.

Questi ultimi dieci anni hanno portato inoltre una lunga serie di cambiamenti nel settore. L'avvento e la valorizzazione delle esperienze con i "dispositivi di consumo in ambito IT", l'aumento della flessibilità delle strutture di governance e l'avvento di nuove tecnologie hanno destato interessi orientati all'innovazione all'interno della community IT. 

Solo dieci anni fa, Apple Inc. era poco più di una barzelletta. Oggi è l'azienda più quotata al mondo. Google una volta era un motore di ricerca. Oggi è un'istituzione, un caposaldo della verità negli ambiti aziendali, politici e sociologici.

Dieci anni fa, Microsoft vendeva forse un miliardo o due licenze di software per server. Oggi vende quasi 20 miliardi di dollari nella stessa categoria. Dieci anni fa, il termine "cloud" o "nuvola" faceva riferimento alle formazioni atmosferiche che producevano pioggia. Oggi descrive soluzioni di elaborazione su larga scala, remote e virtualizzate.

I professionisti IT hanno cavalcato l'onda del cambiamento al meglio delle proprie possibilità, ma non hanno ancora raggiunto l'obiettivo per due buone ragioni:

  1. I reparti IT vengono ancora ritenuti in termini antiquati, strutture monolitiche di smanettoni di basso livello culturale e distaccati dall'"azienda". 
  2. I professionisti IT non hanno comunicato quanto sia implicito ed essenziale il proprio lavoro per la reale esistenza dell'azienda.

Un altra ragione fondamentale di ciò è l'"insufficienza e la mancata tempestività" con cui è stata comunicata la posizione dell'IT agli altri organi dell'azienda. Di pari passo, c'è l'orientamento ad assecondare la miopia della cultura aziendale incentrata su Wall Street. Il messaggio della maggior parte dei fornitori di soluzioni tecnologiche è simile al seguente:

  • Il business sta cambiando rapidamente
  • Dovete essere intelligenti e flessibili
  • Sono disponibili prodotti a tale scopo
  • Acquistate i nostri prodotti
  • Molti di essi
  • Diventerete l'azienda più incredibile del mondo
  • Supererete la concorrenza
  • Ne uscirete vincenti se acquistare molti dei nostri prodotti

Come evitare la cultura monolitica

Il problema principale di questo argomento che infetta in modo virale il settore è il fatto che spinge i clienti verso la cultura monolitica e all'omogeneità. Il movimento è inerentemente illogico.

Affrontiamo primo il problema dell'omogeneità. Il settore tecnologico è fantastico esattamente per il fatto che è stato in grado di reinventarsi completamente. Cerca sempre di evitare la stasi che deriva dall'omogeneità. I sostenitori degli anni '70 aprirono le porte alla nuova era della potente elaborazione elettronica grazie all'introduzione del personal computer.

Nei primi anni '90, il paradigma client/server ha tirato letteralmente fuori l'informatica dai propri compartimenti stagni. Successivamente, verso la fine degli anni '90, l'avvento di Internet ha travolto il settore come un maremoto. Successivamente, arrivarono i motori di ricerca e la rivoluzione mobile. Oggi, abbiamo il social networking. In tutti questi casi, il denaro e il talento sono stati convogliati verso la novità. Il settore si è evoluto.

L'omogeneità è la maledizione della tecnologia. Pensare a una cultura IT monolitica o a una piattaforma basata su un solo fornitore dovrebbe essere considerata una maledizione per qualsiasi CIO o professionista IT intelligente. Rendere il dinamismo e la flessibilità parti integranti dell'IT e della leadership aziendale dovrebbero rappresentare l'obiettivo in assoluto più importante per l'organizzazione IT.

Successivamente, subentra il problema della logica. Troppi fornitori fondamentalmente sminuiscono il valore dell'IT con un atto inconsapevole di masochismo. Per illustrare il concetto, dobbiamo mostrare la bassezza e l'assurdità degli argomenti propugnati dalla maggior parte dei fornitori oggigiorno:

  • Utilizzate la nostra piattaforma come standard perché i nostri prodotti sono i migliori.
  • Se acquistare i nostri prodotti, sarete avvantaggiati rispetto alla concorrenza.
  • Vi mostreremo, nella realtà, come fare: vi forniremo tutte le indicazioni del caso. Ricordatevi solo di utilizzare la nostra piattaforma come standard.

Il problema è che i fornitori dicono la stessa cosa a tutti, compresi i vostri concorrenti. Comunicano a tutti che l'adozione della propria piattaforma come standard offrirà a tutti vantaggi sulla concorrenza. Di fatto, riducono l'IT a un bene di consumo, dimenticando che esigenze e obiettivi aziendali diversi richiedono configurazioni IT differenti. Di conseguenza, l'unico modo per ottenere un vantaggio sulla concorrenza consiste nell'adottare una strategia ibrida nelle proprie infrastrutture IT al fine di evitare situazioni di cultura monolitica.

Riconcepimento della cultura

Siamo giunti alla discussione sulla cultura IT. Negli ultimi anni ho sempre sostenuto quanto segue:

  • Il reparto IT e l'azienda non sono entità separate; l'azienda è basata sull'IT.
  • I professionisti IT sono eroi dell'innovazione, anche se incompresi.
  • I professionisti IT devono accogliere una nuova cultura e comunicare la propria posizione a voce alta e con fierezza.

Non c'è più tempo per riconcepire la cultura IT. Il reparto IT ha creato la propria scaletta per questo cambiamento culturale. Non può essere imposto da altri che non comprendono il lavoro o l'importanza dell'IT per l'azienda, se non i professionisti IT stessi. Questa nuova cultura deve essere attentamente delineata:

  • La dose corretta di ibridità: deve essere accuratamente interiorizzata.
  • Orientata alla comunicazione: in qualità di professionisti IT, dovrete interfacciavi con le vostre controparti in modo proattivo e regolarmente, nonché fungere da educatori.
  • Trovare il giusto equilibrio tra una posizione di offesa e di difesa: vi sarà sempre del fuoco da spegnere, ma talvolta sarete voi a dover innalzare le fiamme, senza semplicemente reagire alle fiamme create da altri.

La community IT deve mettersi in gioco, sfidare le proprie controparti e la popolazione dei fornitori. È necessario porre l'IT in una luce diversa: una che comunichi correttamente la complessità, le sfumature e l'importanza dell'IT e dei relativi professionisti. Se ciò non fosse possibile, si rischierebbe il pericolo di operare in un ambiente monolitico poco lungimirante.

Romi Mahajan

Romi Mahajan è presidente di KKM Group. Prima di entrare in KKM, Mahajan ha ricoperto il ruolo di Chief Marketing Officer di Ascentium Corp. Ben noto relatore nel settore tecnologico e multimediale, partecipa a una vasta gamma di commissioni di consulenza e come relatore a oltre una decina di eventi del settore ogni anno.

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